martedì 30 novembre 2021

Stop agli allevamenti intensivi - Firma la petizione



75 miliardi: tanti sono gli animali macellati nel mondo, ogni anno. 4.3 milioni i maiali e 1,5 milioni i bovini stipati nei capannoni degli allevamenti intensivi in una sola regione italiana: la Lombardia.

 Non sono numeri di fantascienza, è la fotografia dell’attuale modello di produzione intensiva del nostro cibo, un sistema che alimenta sofferenza animale e deforestazione, e che devasta gli equilibri della natura. Una bomba biologica a tutti gli effetti.

 Ne abbiamo sperimentato la potenza: il 70% delle malattie infettive emergenti (come sars, ebola, influenza suina, aviaria) provengono da animali, e gli animali allevati ​​sono in grado di trasmettere agli esseri umani un grande numero di virus, come i coronavirus e i virus dell’influenza. 

 E un’inchiesta del Guardian ha rivelato che un numero spaventoso di animali è stato abbattuto per fermare l’emergenza aviaria in vari paesi del mondo, con casi di spillover tra volatili ed esseri umani. A quasi due anni dalla pandemia che ha sconvolto le nostre vite, questo non è più accettabile. Dobbiamo pretendere decisioni per la salute delle persone e del Pianeta!

La cruda verità è che finché si finanziano gli allevamenti intensivi con fondi pubblici, queste fabbriche di carne continueranno a crescere, espandersi e generare sempre più sofferenza animale, deforestazione, inquinamento e rischi ambientali e sanitari. Una vera e propria industria dei virus.

venerdì 22 maggio 2020

Giornata mondiale della Biodiversità 2020: le soluzioni ai problemi sono in natura





Oggi 22 maggio 2020 si celebra la Giornata mondiale della Biodiversità animale e vegetale. Lo slogan di quest’anno, dedicato proprio alla conservazione delle specie naturali, è “OUR SOLUTIONS ARE IN NATURE” (“Le nostre soluzioni sono in natura”). Per quattro dei sei obiettivi della strategia Ue ci sono progressi modesti, negli ecosistemi agricoli e forestali la situazione della biodiversità è peggiorata dal 2010 a oggi, mentre solo una percentuale ridotta di specie (23%) e habitat protetti (16%) risulta in buono stato di conservazione. Dunque il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno cruciale per il raggiungimento degli obiettivi decennali sulla conservazione della natura, ma così non è stato.



IL MESSAGGIO DELL’ITALIA


Alle 10 di questa mattina ha preso il via un convegno scientifico virtuale nel quale si stanno confrontando esperti e membri del Comitato per il Capitale Naturale. L’obiettivo è lanciare un messaggio: “La disponibilità di sistemi naturali sani, vitali e resilienti è un bene comune, la cui qualità e funzionalità va preservata e valorizzata in quanto tutte le altre forme di capitale delle società umane dipendono dalla disponibilità del capitale naturale”.


Alle 12:30 il messaggio diffuso dal convegno scientifico rappresenterà il punto di partenza per una conversazione del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa con Licia Colò e i referenti delle associazioni ambientaliste che fanno parte del Comitato per il Capitale Naturale. Per chi volesse seguirla è prevista la diretta streaming attraverso il profilo Facebook del ministro.



IL PIANETA A RISCHIO 


Specie a rischio estinzione risultano presenti in tutte le parti del mondo. Stando al rapporto di Legambiente nel Mar Mediterraneo almeno il 53% di squali, razze e chimere è in grave pericolo. Inoltre ogni anno sono circa 180 i delfini trovati morti lungo le coste italiane, vittime soprattutto di catture accidentali nelle attività di pesca a strascico o di piccola pesca.

Sul fronte fauna, delle 672 specie di animali vertebrati italiani, 6 si sono estinte in tempi recenti: lo storione, lo storione ladano, il gobbo rugginoso, la gru, la quaglia tridattila, il rinofolo di Blasius. 


Sono invece 161 quelle minacciate da estinzione, fra cui lo squalo volpe, l’anguilla, la trota mediterranea, il grifone, l’aquila di Bonelli, l’orso bruno. In pericolo 49 specie tra cui il delfino comune, il capodoglio, la tartaruga Caretta caretta e la gallina prataiola. 


Anche la flora italiana non è in buona salute: su 386 specie valutate, il 65% di quelle vascolari è infatti da considerarsi minacciato, così come il 55% delle specie non vascolari.

Per non parlare dell’Amazzonia in cui la perdita di area forestale è pari al 15% rispetto all’estensione negli anni’70. Secondo Greenpeace si rischia di arrivare al punto di non ritorno climatico che potrebbe trasformare grandi regioni di questa foresta in un ecosistema più simile a quello di una savana, sebbene con molta meno biodiversità.


Inoltre secondo i dati dell’Ipbes, il panel di ricerca delle Nazioni Unite dedicato alla biodiversità, tre quarti delle terre emerse sono stati significativamente alterati dall’uomo. Tra le cause più impattanti sugli habitat ci sono l’agricoltura e l’allevamento per l’industria.

giovedì 30 aprile 2020

Padania, riscaldamento e allevamenti intensivi causa del 54% delle polveri sottili


Mentre diverse analisi mostrano come chi vive in aree con alti livelli di inquinamento dell’aria sia più incline a sviluppare problemi respiratori cronici, che sono terreno fertile per agenti infettivi come il Covid19, uno studio dell’Unità investigativa di Greenpeace Italia, in collaborazione con ISPRA, indaga i settori maggiormente responsabili del particolato in Italia.

A formare lo smog della Pianura Padana, oltre a ossidi di azoto e di zolfo, concorre in maniera importante l’ammoniaca che, liberata in atmosfera, si combina con questi componenti generando le polveri fini. Cruciale il ruolo degli allevamenti, responsabili di circa l’85 per cento delle emissioni di ammoniaca in Lombardia. Secondo l’Arpa regionale, l’ammoniaca che fuoriesce dagli allevamenti “concorre mediamente a un terzo del PM della Lombardia, ma durante gli episodi acuti tale contributo aumenta superando il 50 per cento del totale”.

“I Comuni dovrebbero stabilire qual è il numero massimo di allevamenti e capi allevati che è possibile avere sul loro territorio, perché altrimenti i danni si ripercuotono sui cittadini”  afferma Riccardo De Lauretis, responsabile dell’area emissioni e prevenzione dell’inquinamento atmosferico di ISPRA.

Lombardia ed Emilia-Romagna risultano, infatti le aree più inquinate d’Italia - sicuramente dal punto di vista del particolato - e tra le più inquinate d’Europa. Arpa Lombardia conferma poi il rapporto di causa-effetto tra le attività zootecniche e l’aumento di PM, con picchi registrati durante lo spandimento di liquami sui campi.

Mentre in Lombardia è chiaro il peso del settore allevamenti per l’inquinamento da PM, a livello nazionale la ricerca dell’Unità investigativa di Greenpeace Italia in collaborazione con ISPRA mostra per la prima volta, dal 1990 al 2018, una media di quali settori abbiano maggiormente contribuito alla formazione del particolato PM2,5. Nell’analisi viene scattata anche una fotografia del 2018, anno in cui i settori più inquinanti si confermano essere il riscaldamento residenziale e commerciale (37 per cento) e gli allevamenti (17 per cento). Questi due settori insieme sono la causa del 54 per cento del PM2,5 nazionale. La percentuale del contributo degli allevamenti non è mai diminuita, anzi è passata dal 7 per cento nel 1990 al 17 per cento nel 2018. 

“Gli allevamenti intensivi non solo si confermano la seconda causa di polveri sottili, ma si può osservare come dal 1990 al 2018, il loro contributo sia andato crescendo. Paradossalmente, però, una gran quantità di soldi pubblici continua a foraggiare questo sistema, a cominciare dai sussidi della PAC” commenta Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “Per ridurre le emissioni di ammoniaca e quindi le concentrazioni di particolato il settore allevamenti potrebbe fare molto. Puntare sulla qualità invece che sulla quantità è una priorità: attraverso produzioni che rispettino alti standard anche dal punto di vista ambientale, possiamo rilanciare il nostro Made in Italy dopo questa difficile fase emergenziale, per questo le strategie future, come il Green Deal europeo e Farm to Fork, e strumenti come la PAC devono prevedere risorse adeguate per aiutare le aziende agricole a ridurre il numero degli animali allevati e nel passaggio a metodi di produzione ecologici”.

Il rischio, altrimenti, avverte ISPRA, è che “mentre abbiamo centrato i limiti emissivi per tutte le sostanze per il 2020, se la situazione attuale non cambierà per l’Italia sarà molto sfidante, per non dire difficile, stare entro i limiti fissati per il 2030”.

mercoledì 22 aprile 2020

La Giornata Mondiale della Terra 2020 è digitale





Oggi mercoledì 22 aprile 2020 è il cinquantesimo anniversario della Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite dedicata alla salvaguardia del Pianeta. Il Mother Earth Day fu fortemente voluto nel 1962 dal presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy e poi dal senatore Gaylord Nelson, che riuscì a coinvolgere importanti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che a sua volta nel 1963 attraversò ben 11 Stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali. “Nel corso degli anni la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta superando oltre 192 paesi e oltre un miliardo di persone in tutto il mondo: è l’affermazione della Green Generation, che guarda ad un futuro libero dall’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali”, hanno dichiarato gli organizzatori di Earth Day Italia.

Oggi siamo impegnati ancora più fortemente nella ricerca di soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo: “Soluzioni che includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate”, ha spiega Earth Day Italia.

Questa giornata è sempre stata pensata per riunire nelle piazze di tutto il mondo persone con un unico obiettivo, ma quest’anno sarà interamente digitale. Infatti, nonostante la crisi globale del COVID-19, molti di noi vogliono continuare a far sentire la propria voce contro il cambiamento climatico. Certo è impossibile farlo attraverso le forme tradizionali di attivismo ma pur restando a casa ci sono molti modi per passare all’azione.

Tutte le info sugli appuntamenti digitali italiani si trovano sul sito www.earthdayitalia.org
 
Invece su www.earthday.org puoi consultare la mappa di tutti gli eventi mondiali online a cui potrai iscriverti.

Ecco alcune iniziative da non perdere:

EARTH DAY NETWORK
Earth Day Network è la più grande alleanza di movimenti ecologisti nel mondo che ha creato un’app pensata per passare dal pensiero (ecologista) all’azione: “Oggi puoi diventare un cittadino scienziato! L’inquinamento da plastica e aria sono problemi globali che richiedono un’azione collettiva per risolvere. La nostra nuova app #EarthChallenge2020 monitorerà e contribuirà a mitigare i danni dell’inquinamento atmosferico e plastico globale in tutto il mondo, aiutando a identificare le fonti dell’inquinamento e le aree più colpite”.



FLASHMOB VIRTUALE DI LEGAMBIENTE
“Noi torneremo ad abbracciarci presto. Lei ha bisogno di noi. Anche ora. Il 22 aprile Abbracciamola!”. È questo il messaggio di Legambiente per questa 50esima Giornata Mondiale della Terra e per l’occasione lancia un flash mob virtuale per tenere alta l’attenzione sulla cura e il rispetto del nostro pianeta, anche in questo momento difficile di convivenza con il virus. Come si partecipa? Condividendo una foto in cui abbracciamo la Terra! Possiamo farlo abbracciando un mappamondo, una foto della Terra, o anche un disegno, che possiamo preparare prima coinvolgendo i bambini e il resto della famiglia, o anche creando una piccola scultura o abbracciando una mappa geografica o un atlante. Largo alla creatività! Le foto vanno postate sui social oggi 22 aprile aggiungendo gli hashtag: #Abbracciamola e #EarthDay.
Tutte le info sul sito www.legambiente.it/abbracciamola

IL VILLAGGIO PER LA TERRA
Il Villaggio per la Terra è il format ideato da Earth Day Italia in collaborazione con il Movimento dei Focolari di Roma, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo è promuovere una sensibilità civile ed ambientale in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Per vedere tutto il programma vai su www.villaggioperlaterra.it

LA CAMPAGNA MISSION 1.5 

Mission 1.5 è un videogame online che educa le persone sulle politiche per l’azione sul clima e offre loro una piattaforma per esprimere un voto sulle soluzioni che vogliono vedere adottate. I voti saranno in seguito conteggiati e inviati ai leader mondiali. Queste informazioni potranno aiutare i governi ad acquistare quella fiducia necessaria per intraprendere un’azione coraggiosa contro la crisi climatica. Vuoi provare? Clicca qui  mission1point5.org

TREEDOM TREES
@treedom_trees in collaborazione con @earthday pianterà un albero ogni 1000 visualizzazione raggiunte sul video che ha pubblicato a questo link https://earthday.treedom.net/. Scopri di più sul progetto di Treedom Tress qui https://www.treedom.net/it/

MARATONA RAIPLAY
RaiPlay propone #OnePeopleOnePlanet ossia una maratona multimediale di 12 ore in cui l'Italia ha il compito di aprire le celebrazioni Mondiali dedicandole a Papa Francesco nel 5° Anniversario della Sua lettera Enciclica “Laudato si” che tanto ha contribuito a generare una consapevolezza mondiale sul Cambiamento Climatico alla vigilia dello storico Accordo sul Clima di Parigi (2015). A lanciare il format saranno cantanti, attori, scienziati, giornalisti, rappresentanti istituzionali e gente comune si alternano in diretta con approfondimenti, testimonianze, performance artistiche e culturali. Ti interessa? Clicca qui https://www.raiplay.it/programmi/onepeopleoneplanet


MARATONA SKY
Durante la settimana della Terra, che va dal 20 al 26 aprile – su Sky Arte, Sky Cinema, National Geographic, Discovery Science, laF e i canali per bambini DeA Junior e Cartoon Network saranno trasmessi programmi selezionati, disponibili anche on demand. Tra i titoli in evidenza il docufilm "Antropocene - L'epoca umana" su Sky Arte il 22 aprile dalle 21.15 e la prima tv del film "La Donna Elettrica" su Sky Cinema (mercoledì 22 aprile, alle 21.15 su Sky Cinema Due). Anche Sky TG24 celebrerà la Giornata mondiale della Terra approfondendo durante tutta la giornata del 22 il rapporto tra l'ambiente e la pandemia, analizzando come a come il coronavirus potrebbe modificare gli stili di vita e il rapporto con la Terra.